mercoledì 4 aprile 2012

Parlamentare, chi può farsi eleggere?

04/04/2012

Parlamentare, chi può farsi eleggere?

Tra febbraio e marzo del 2012, ‘Striscia’ ha mostrato interviste a diversi parlamentari sulla loro conoscenza dell’articolo 18, su cui a breve saranno chiamati a votare.
E’ stato a dir poco sconcertante vedere e sentire diversi parlamentari che non avevano la minima idea su cosa fosse l’ormai ultra famoso articolo 18; l’unico degli intervistati, che sembrava più documentato, ha affermato che si trattava della non possibilità di licenziamento nelle aziende con MENO di 15 dipendenti.
Già in parlamento sembra che ci siano, come più volte affermato in TV da ‘Italia dei valori’, molte persone non solo indagate ma anche condannate per reati e se a queste aggiungiamo gli ignoranti è logico chiedersi :
-         ma da chi siamo rappresentati!? 
-         Perché li abbiamo votati o chi ce li ha messi?
Due cose sono certe e cioè che queste persone non dovrebbero essere in parlamento e che la maggior parte dei cittadini, non potendo conoscere le reali caratteristiche dei vari candidati, avrebbero bisogno di leggerne il curriculum dettagliato presentato da un garante, che potrebbe essere anche il partito politico.
I politici dicono che, con il voto, il popolo è sovrano ma, perché lo sia veramente, è necessario che i cittadini abbiano tutte le informazioni corrette dei candidati e che siano essi, sempre con il voto, a decidere chi li deve governare.
Un vero leader, infatti, non è lui a chiedere i voti ma viene acclamato e votato dal popolo anche su indicazioni  motivate di un garante che, così, se ne assume la responsabilità.
Infine, il politico che in passato ha sostenuto ideologie che attualmente sono superate, non può riproporsi con altre ideologie ma deve andare a casa. Si può correggere o modificare un’opera e comunque un’azione che potremmo definire ‘tattica’ ma non l’ideologia che possiamo definire ‘strategia’.
Se poi a quanto premesso (curriculum, fedina penale, ideologia) si aggiungesse la clausola che con la politica non ci si può fare ricco (niente vitalizio, niente privilegi, niente plurincarichi e stipendio adeguato al lavoro svolto),
la riduzione dei parlamentari sarebbe automaticamente realizzata.   

2 commenti:

  1. chiaro che fintanto la politica è un buon modo di assicurarsi una buona rendita per parecchi anni, le castronerie continueranno a proliferare. Quindi concordo con lei che la politica attiva dovrebbe essere fatta in condizioni di agio ma nulla di più. Per tutto il resto, perchè scrive di quel che si "dovrebbe" fare o non fare ? Ognuno ha i politici che si merita. Nessuno la obbliga ad andare a votare, se nessun candidato la convince. Se molti elettori applicassero questo elementare comportamento, i votanti scenderebbero così tanto che un cambiamento si imporrebbe per forza di cose. Mi scusi, ma dove vive ? Li legge i giornali ? di che si parla ? Se le esternazioni sciocche di gente come Celentano, Rihanna, Belen (con relative "farfalle") dominano la scena, significa che il pubblico legge, guarda, ascolta, quindi gradisce o subisce, quindi le stesse persone continueranno a votare trote e fessi. De Majo, ex rettore del Politecnico, pochi giorni fa, a Milano, raccontava che c'erano anni in cui, a Milano, sui principali quotidiani pubblicavano i migliori laureati del mese, con tanto di spiegazioni e trafiletto sulla tesi. Oggi leggiamo le ultime esternazioni di "Lady Gaga" e già il (sopra)nome è tutto un programma !

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  2. La ringrazio ancora sinceramente per il commento. Mi chiede dove vivo e altro, è certamente un modo dire ma, dal momento che ha prestato attenzione ai mie articoli, prendo la frase alla lettera e mi presento. Sono lucano, ho studiato nei gesuiti fino al ginnasio (Napoli e Lecce), poi a Matera ho fatto il liceo classico, al Politecnico di Torino ho fatto l'università ed ho lavorato sempre, almeno come sede, a Milano dove attualmente, da pensionato, vivo. Non ho fatto mai politica, ma ho sempre votato, anche per rispetto a chi,in passato, ci ha fatto conquistare questo diritto. Faccio parte di quel 20% che negli ultimi anni, da indecisi, votavano chi sembrava il male minore. Devo dire che hanno i politici che si meritano i militanti che,direttamente o indirettamente, sono animati da interessi a volte ideologici e più spesso materiali. Poichè nell'imminenza delle elezioni, in base alle coalizioni, è normalmente facile capire, senza aver bisogno dei sondaggi, chi vincerà, il mio voto è andato spesso al partito di opposizione, a mio avviso, più vigile. Quando dico che non mi sento rappresentato mi riferisco ad idee particolari operative. Il vero programma conosciuto dalla massa degli elettori è quello appreso in TV e quindi poco più degli slogan, in quanto, in una grande città, ormai la politica la si segue solo in televisione o, in piccola percentuale, su internet.
    Quindi, al momento del voto, mi ritrovo liste piene di emeriti sconosciuti e son costretto a ipotizzare che siano stati scelti oculatamente e con certi requisiti. E questo succede a quasi tutte le persone che conosco, per questo ho deciso di scrivere alcuni articoli, nella speranza che tramite il passaparola, dal momento che a nessuno mai verrà in mente di sentire una persona normale, qualche militante politico ne faccia sua qualche idea e la porti avanti. Il non votare non farà nascere necessariamente la persona giusta e la storia ci insegna il contrario.
    Cordialità, Antonio Calbi

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