Milano 15/02/2017
REFERENDUM : In uno Stato
veramente democratico è uno strumento utile o subdolo ?
Per un normale cittadino,
equilibrato e di buon senso, uno Stato viene considerato Democratico
se chi governa, a tempo determinato, ha avuto il consenso dei
cittadini, attraverso libere elezioni, ed ha come obiettivi primari
la difesa dei diritti di tutti, minoranze comprese, e la creazione
delle condizioni più idonee perchè tutti possano vivere al meglio.
Chiaramente il Governo deve occuparsi a
360 gradi di temi anche molto complessi e per questo le persone che
lo compongono dovrebbero essere innanzitutto oneste, per non
finalizzare alcune decisioni volutamente a favore di alcuni
cittadini, ma anche molto preparate sulle varie materie e
naturalmente colte ed intelligenti per valutare e/o proporre
soluzioni ed iniziative efficaci.
Ci sono però decisioni su tematiche
non legate alla preparazione e bravura di alcuni ma alla coscienza,
alla tradizione o al patrimonio e sulle quali sarebbe più corretto
che venissero prese dai cittadini, tramite i Referendum.
Quindi sono utili i Referendum
su argomenti su cui tutti possono e devono dire la loro in quanto
toccano la tradizione o l'etica (ad esempio il divorzio, l'eutanasia,
l'aborto..) o l'alienazione dei beni dello Stato e quindi dei
cittadini ( privatizzazione di Enel, Eni, Telecom, Banche,...).
Se, però si dovesse ricorrere a
Referendum per valutare la validità di decisioni del Governo su temi
complessi o che avvantaggerebbero alcuni a danno di altri, con chiaro
conflitto di interesse, l'uso del Referendum non sarebbe utile ma si
dimostrerebbe uno strumento scorretto e subdolo.
Infatti, facendo così, lo Stato
Democratico si trasformerebbe in una dittatura popolare in cui
alcuni “furbi” raggiungerebbero i loro obbiettivi giustificandoli
con la volontà dei cittadini, molti dei quali ignoranti e/o
manipolabili e/o ignari di questi secondi fini.
Quest'ultima affermazione sarebbe
lapalissiana se ci fosse un referendum sulla validità della
soluzione di un'equazione differenziale approvata presso un
Politecnico o se ci fosse un referendum per spazzare via le minoranze
o sulla diagnosi di una malattia.
Anche il Referendum sulla Costituzione
non si doveva fare, anche se erroneamente previsto dalla
Costituzione.
Infatti come si può giudicare la
validità di una variazione della Costituzione se molti cittadini non
sanno neanche cosa sia, molti non l'hanno mai letta ed il capirla è
così complesso che c'è bisogno della Consulta per valutare la
costituzionalità di leggi fatte ed approvate da legali e
costituzionalisti.
Inoltre questo
Referendum toccava gli interessi di troppe persone,
direttamente
(senatori, consiglieri regionali, dipendenti del CNEL) o
indirettamente (parenti, amici, clienti acquisiti e potenziali,
Delinquenza Organizzata legata all'intrallazzo con la politica),
e si prestava ad
un suo utilizzo subdolo ed ingannevole per far cadere il Governo sia
per i partiti dell'opposizione e sia per i dissidenti del PD, pur non
trattandosi di votazioni politiche.
Se questo mio giudizio sui Referendum
non fosse corretto, non vedo perchè dobbiamo avere migliaia di
persone e con costi esorbitanti e a volte scandalosi (deputati,
senatori, consiglieri ecc...) quando si potrebbe pagare solo un
piccolo Governo, esecutivo di leggi approvate coi Referendum.