giovedì 2 marzo 2017

REFERENDUM: quando usarlo?

Milano 15/02/2017

REFERENDUM : In uno Stato veramente democratico è uno strumento utile o subdolo ?

Per un normale cittadino, equilibrato e di buon senso, uno Stato viene considerato Democratico se chi governa, a tempo determinato, ha avuto il consenso dei cittadini, attraverso libere elezioni, ed ha come obiettivi primari la difesa dei diritti di tutti, minoranze comprese, e la creazione delle condizioni più idonee perchè tutti possano vivere al meglio.

Chiaramente il Governo deve occuparsi a 360 gradi di temi anche molto complessi e per questo le persone che lo compongono dovrebbero essere innanzitutto oneste, per non finalizzare alcune decisioni volutamente a favore di alcuni cittadini, ma anche molto preparate sulle varie materie e naturalmente colte ed intelligenti per valutare e/o proporre soluzioni ed iniziative efficaci.

Ci sono però decisioni su tematiche non legate alla preparazione e bravura di alcuni ma alla coscienza, alla tradizione o al patrimonio e sulle quali sarebbe più corretto che venissero prese dai cittadini, tramite i Referendum.
Quindi sono utili i Referendum su argomenti su cui tutti possono e devono dire la loro in quanto toccano la tradizione o l'etica (ad esempio il divorzio, l'eutanasia, l'aborto..) o l'alienazione dei beni dello Stato e quindi dei cittadini ( privatizzazione di Enel, Eni, Telecom, Banche,...).

Se, però si dovesse ricorrere a Referendum per valutare la validità di decisioni del Governo su temi complessi o che avvantaggerebbero alcuni a danno di altri, con chiaro conflitto di interesse, l'uso del Referendum non sarebbe utile ma si dimostrerebbe uno strumento scorretto e subdolo.
Infatti, facendo così, lo Stato Democratico si trasformerebbe in una dittatura popolare in cui alcuni “furbi” raggiungerebbero i loro obbiettivi giustificandoli con la volontà dei cittadini, molti dei quali ignoranti e/o manipolabili e/o ignari di questi secondi fini.

Quest'ultima affermazione sarebbe lapalissiana se ci fosse un referendum sulla validità della soluzione di un'equazione differenziale approvata presso un Politecnico o se ci fosse un referendum per spazzare via le minoranze o sulla diagnosi di una malattia.
Anche il Referendum sulla Costituzione non si doveva fare, anche se erroneamente previsto dalla Costituzione.
Infatti come si può giudicare la validità di una variazione della Costituzione se molti cittadini non sanno neanche cosa sia, molti non l'hanno mai letta ed il capirla è così complesso che c'è bisogno della Consulta per valutare la costituzionalità di leggi fatte ed approvate da legali e costituzionalisti.
Inoltre questo Referendum toccava gli interessi di troppe persone,
direttamente (senatori, consiglieri regionali, dipendenti del CNEL) o indirettamente (parenti, amici, clienti acquisiti e potenziali, Delinquenza Organizzata legata all'intrallazzo con la politica),
e si prestava ad un suo utilizzo subdolo ed ingannevole per far cadere il Governo sia per i partiti dell'opposizione e sia per i dissidenti del PD, pur non trattandosi di votazioni politiche.

Se questo mio giudizio sui Referendum non fosse corretto, non vedo perchè dobbiamo avere migliaia di persone e con costi esorbitanti e a volte scandalosi (deputati, senatori, consiglieri ecc...) quando si potrebbe pagare solo un piccolo Governo, esecutivo di leggi approvate coi Referendum.